1982 – carboncino e acrilico su muro, legno, colori a olio
L’opera occupa una grande camera all’ultimo piano della villa e il corridoio lungo e stretto che la fiancheggia. Partendo dal corridoio grandi disegni a carboncino, tutti riferiti agli spiriti del bosco, ricoprono le pareti fino al soffitto. Lo spazio è così stretto da non potersi girare; a ciò si aggiunge un ulteriore senso di disagio generato dai disegni esoterici che sembrano venirci addosso. Giunti in fondo, dal corridoio si passa nel vano più grande dove ci attendono nuovi segni, questa volta di un rosso quasi fosforescente, che occupano buona parte delle pareti. È così che la musica del bosco viene resa visiva dai simboli astratti che ricordano il volo degli uccelli. La stanza contiene infine due forme enigmatiche: un quadro dove figure umane e segni sono attraversati da un serpente in legno (una sintesi di un’esperienza del parco vissuto dall’artista) e una scultura totemica: due alte tavole di legno appoggiate a formare una “A”. Dipinta e scolpita per raffigurare le inquietudini dell’inconscio umano, la scultura è posta davanti alla grande finestra rivolta al sud dove, attraverso la pianura, si trova la direzione di Vinci, richiamata nel titolo.