1993 – ghisa, vetroresina, legno, carbone
L’artista ha scelto di intervenire nella torre di sinistra della fattoria. Il lavoro, di matrice concettuale, si articola in tre elementi: la ruota-macina, la saetta, le impronte graffianti che parlano delle fatiche fisiche e morali di cui l’uomo in ogni epoca è vittima. Perfino l’architettura della torre, con i suoi spessi muri e le possenti travi, concorre all’emanazione di un’atmosfera conservatrice di antiche memorie fatte anche di affanni e di segregazioni.