COLLEZIONE GORI

Stephen Cox

Stephen Cox (Bristol, 1946 – )

Stephen Cox viene invitato a Celle a seguito di un periodo di residenza a Firenze, conclusosi negli anni ’80. Il suo lavoro è pensato come uno stemma contemporaneo, progettato per la facciata della fattoria, creando così un legame con l’architettura storica degli edifici di Celle. L’alta facciata ovest della fattoria viene infatti adornata da una scultura modulare, costituita da cinque parti, che è una sorta di monito alla necessità dei cinque sensi ma anche un ritratto scomposto di Giuliano Gori, di cui possiamo riconoscere mani, orecchie, bocca, occhi e naso. Per poter realizzare queste forme in pietra l’artista prima esegue dei calchi in gesso del viso e della mano del collezionista che viene invitato a sdraiarsi sulla tavola della cucina della fattoria per sottoporsi all’applicazione di bende imbevute di gesso. In un momento successivo vengono invece ordinate e lavorate le pietre, che prenderanno la forma di cinque marmi ovoidali di colore diverso.

«Magus segue [alcune] serie di sculture generate dalla fusione di idee che sorgono dalla collisione delle cultura occidentale e orientale. La cosmologia samkhya appaia i sensi (sottili) agli elementi (grossolani): olfatto, gusto, vista, tatto e udito e congiunge la visione indù dell’illusione e della realtà nel loro rapporto con terra, acqua, fuoco, aria ed etere. Mago usa i colori per significare gli elementi e il loro rapporto con i rispettivi organi sensoriali». Stephen Cox in Arte Ambientale. Fattoria di Celle, Collezione Gori, Gli Ori, Pistoia 2008, p.111.

Opere dell’artista