COLLEZIONE GORI

Nicola De Maria

Nicola De Maria (Foglianise, 1954 – )

All’ultimo piano di Villa Celle una stanza rettangolare affaccia, attraverso due porte-finestre, sulla terrazza rivolta a nord offrendo vedute che dominano il verde del parco storico, le architetture della cappella e la fattoria. Il vano si differenzia dagli altri per l’assenza delle decorazioni ottocentesche che caratterizzano le altre stanze. L’inondazione di luce naturale e la vastità dello spazio vuoto dove poter intervenire, hanno sicuramente influenzato la creatività di Nicola De Maria che si è cimentato con questo ambiente nel 1982. Infatti, solo il pavimento mantiene la sua condizione originale rispetto alla composizione all-over particolarmente adatta all’universo spirituale rappresentato dall’artista torinese, con particolare riferimento al pensiero di San Francesco.

Il primo passo di De Maria è ricoprire una vecchia valigia di colori – quegli stessi blu, verdi e arancioni sgargianti usati in tutto il resto dell’ambiente — e posarla in terra, come se qui si custodissero i beni terreni del santo d’Assisi.

Dopo aver preparato la prima parete più lunga, inizia a coprirla da cima a fondo, insieme al soffitto, con strati di blu che comunicano una particolare atmosfera, conferendo all’ambiente un respiro quasi palpabile. Prosegue il grande lavoro con l’impiego di due ponteggi mobili che gli permettono di lavorare in maniera simmetrica sui muri dello spazio rettangolare. In questo cosmo blu si evidenziano i primi riferimenti-forme legati alle preghiere di San Francesco: le lune, qui arancioni, e qualche tocco di verde brillante delle foglie dei boschi attraversati dal santo. Nel contempo De Maria prepara la quarta e ultima parete, quella perforata dalle porte-finestre, dove realizza un disegno schematico della Basilica di Assisi. Nell’universo blu che si sviluppa attorno a chi osserva, lo sguardo cade naturalmente sulla valigia in terra e, a pochi passi di distanza, sull’unica altra forma riconoscibile: il profilo di una chiesa fiancheggiato dalle porte in diretto collegamento col bosco e col cielo.
«[Nicola De Maria è uno degli artisti che] lavorano direttamente sui muri della propria stanza, quasi per continuare l’opera degli anonimi decoratori dell’Ottocento, naturalmente in modi più impegnativi e risoluti, ma senza tradire una certa aura di leggerezza. Si sa che gli anni ottanta, correggendo le intenzioni dei settanta, vollero ritrovare grazie perdute, doti di mano, valori artigianali». Renato Barilli, Una perfetta armonia tra interno ed esterno: la presenza degli artisti italiani nella Fattoria di Celle in Arte ambientale. Fattoria di Celle, Collezione Gori, ed. Umberto Allemandi & Co., Torino, 1993, p.17.

Opere dell’artista

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