COLLEZIONE GORI

Mimmo Paladino

Mimmo Paladino (Paduli, 1948 – )

Nel 1982 non esiste ancora l’opera di Aldo Spoldi al piano nobile della Villa quindi, con pochi passi, Mimmo Paladino attraversa la stanza vuota dell’ingresso per esplorare un corridoio così angusto che ci passa appena una persona. Attraversandolo si giunge ad un vano inondato di aria e luce naturale. In questi spazi combinati, la grande camera all’ultimo piano della villa e il corridoio stretto e lungo che la fiancheggia, l’artista intende trasferire la sua esperienza dell’esterno: le presenze e i suoni avvertiti nel parco e le impressioni raccolte in forma di schizzi su carta dove sono riconoscibili architetture del giardino innestate con quelle delle stanze interne di Villa Celle.

Paladino inizia ad esporre il suo racconto proprio dal corridoio di accesso, rinominato per l’opera il Passaggio dei segreti. Qui, per mezzo di uno scaleo, si erge fino il soffitto per poter riempire le due ampie pareti laterali e quella stretta sul fondo, con disegni a carboncino raffiguranti Gli spiriti del bosco: sul fondo bianco linee nere disegnano serpenti che si intrecciano con teste composite di maschere umane e animali, collegate o staccate da corpi posti in piedi, seduti o volanti.

L’ingresso alla grande camera nobile è annunciato da segni dipinti di un rosso acceso che nelle loro forme ricordano uccelli che si proiettano come frecce lungo le pareti. L’effetto è quello di uno stormo che si alza in volo suggerendo la Musica del bosco. I volatili bidimensionali condividono lo spazio della stanza con una cornice sul cui bordo si alza un serpente. Da un pannello di legno appeso al muro, altri spiriti enigmatici si stagliano su campi di pittura gialla, rossa e blu. La presenza più inquietante dell’installazione è senz’altro l’elemento che Paladino intitola Vincitore, una scultura totemica tridimensionale posta davanti alla finestra, orientata a sud, nella direzione di Vinci, la cittadina di Leonardo. La forma altissima e nera che domina la stanza è composta da tavole di legno grezzo che Paladino vernicia interamente di nero prima di aggiungere segni esoterici e, sul punto di congiuntura in cima, una terrificante maschera. La presenza di Paladino in casa Gori ha generato un’affettuosa e costante amicizia con tutta la famiglia tanto che, in occasione del 60° compleanno del collezionista, l’artista ha prodotto una curiosa campanella in bronzo. Il regalo è stato accompagnato dalle istruzioni per l’uso che informano Giuliano di suonare la “campana-scultura” quando ha bisogno degli artisti, perché al solo cenno essi accorreranno.
«Oltre le colline lo sguardo lungo di Vinci Si appoggia ai legni d’Africa. La casa del burro dal fondo del bosco Evoca spiriti scivolosi. Il ficcanaso silenzioso è stretto dai segreti». Mimmo Paladino in Arte ambientale. Fattoria di Celle, Collezione Gori, Gli Ori, Pistoia, 2008, p.285.
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