COLLEZIONE GORI

Menashe Kadishman

Menashe Kadishman (Tel Aviv-Yafo, 1932 – Tel HaShomer, 2015)

Menashe Kadishman, già presente alla Biennale di Venezia nel 1976, porta a Celle i suoi “greggi di pecore” all’inizio degli anni ’90, soggiornando più volte presso la famiglia Gori. In quel periodo è in corso il restauro di Casapeppe, storicamente abitazione del pastore della fattoria, e nasce il desiderio di inaugurare il nuovo spazio espositivo con un progetto dell’amico israeliano. Così, nel 1993, l’artista porta i disegni e le maquettes delle pecore con l’intento di ricavarne le forme a partire da lastre di travertino, scelte e tagliate direttamente a Carrara. A Usella di Vaiano, invece, affianca un fabbro per dare vita al gregge sotto forma di tondini di ferro. Tutto è pronto l’8 luglio 1994: inaugura a Casapeppe Luce del Mattino (pecore + pecore), mostra che darà il titolo anche all‘installazione che rimarrà permanentemente a Celle. Nelle dieci sale al primo piano gli invitati ammirano una miriade di installazioni basate sull’icona preferita dell’artista mentre intorno a loro girano alcune pecore in carne e ossa. 

«Qualsiasi cosa può diventare materiale per una scultura, dal metallo industriale a una pecora vera. C’è una realtà della natura e una realtà dell’arte e per me sono le stesse. Voglio che le mie sculture esistano accanto a tutte le altre forme esistenti, come le strade, i marciapiedi , le gomme, le ciglia e le lettere d’amore. Credo che l’arte nasca da sentimenti e non solo da calcoli razionali. Le pecore […] trattano in modo attuale le nostre vite». Menashe Kadishman in Arte Ambientale. Fattoria di Celle, Collezione Gori, Gli Ori, Pistoia, 2008, p.158.
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