COLLEZIONE GORI

Marco Tirelli

Marco Tirelli (Roma, 1956 – )

Nel 1985 Giuliano Gori accoglie una proposta di Achille Bonito Oliva, fatta con la complicità della stamperia La Bezuga di Giuliano Allegri, e organizza la mostra Capodopera che riunisce tutti gli artisti cha lavorano presso l’ex-pastificio Cerere di Roma. Tra essi figura anche Marco Tirelli. La mostra viene realizzata presso la sede dell’Agenzia del Turismo di Fiesole e Capodopera prende la forma di una rassegna: con cadenza bisettimanale ogni artista presenta un’opera insieme ai disegni e agli studi preparatori.

Nel 2009 Giuliano Gori invita di nuovo Marco Tirelli per esporre le opere pittoriche più recenti e nasce la mostra Intorno al silenzio, tenuta al primo piano dello spazio espositivo Casapeppe. La tridimensionalità geometrica che caratterizza le opere dell’artista, invoglia Giuliano Gori a indagare il rapporto del giovane amico con la scultura. Venuto a sapere che il pittore riempie album di schizzi con le sue idee per opere plastiche, invita Tirelli a sperimentare la prima realizzazione scultorea a Celle. 

Le forme in corten che ne derivano sono proprio quelle precedentemente raffigurate nei quadri esposti, e vanno a comporre Excelle, opera collocata nella zona sud-est del parco. Qui l’ossidazione scura del ferro è in perfetta sintonia col verde pino, quasi nero, che caratterizza la zona ombrosa. Tirelli, con questa installazione, torna col pensiero al maestro che lo aveva accolto, ancora giovane e all’inizio della carriera, nelle sua casa studio di Spoleto.
«[Gli album di schizzi dell’artista] sono fondamentali nel loro insieme per comprendere appieno la profondità del pensiero di un artista generato dall’ossessione di costruire un repertorio di immagini contenute all’interno di codici semantici in grado di distillare la forza evocativa delle forme geometriche più semplici, senza però privarle della loro aura simbolica. “I diari costituiscono per me una cosmogonia aperta ed enigmatica, dove ogni elemento viene collocato in una zona di confine quasi sacro, puntualizza Tirelli. Sculture come reificazioni di oggetti immaginari, parenti dei giocattoli che De Chirico disseminava nei suoi dipinti, attratto dalle loro forme “alquanto metafisiche e strane”. Forme che una volta uscite dalla dimensione sospesa e protetta della tela, acquistano una forza assertiva e consapevole, per abitare il paesaggio come presenze materiche cariche di suggestioni, con una presenza silenziosa e incisiva, lontana da arroganti e inutili monumentalismi». Ludovico Pratesi in Marco Tirelli. EXCELLE. Intorno al silenzio, ed. Gli Ori, Pistoia, 2009, p.16.

Opere dell’artista

Per altre info: