COLLEZIONE GORI

Hera Büyüktaşçıyan

Hera Büyüktaşçıyan (Istanbul, 1984 – )

Giuliano Gori, da sempre interessato agli artisti che rinnovano l’uso dello spazio, per la realizzazione di una nuova opera, considera una rosa di nomi proposta dall’amica Adelina von Fürstenberg, fondatrice di Art for the World. 

Tra essi viene colpito da Hera Büyüktaşçıyan per il ruolo che l’ambiente svolge all’interno delle sue installazioni. Nel 2016, durante la prima visita di Büyüktaşçıyan a Celle, Gori vede la giovane artista turca concentrarsi sugli olivi e camminare tra gli alberi secolari, interrompendo i suoi passi solo per appoggiare l’ombrello e per fermare velocemente degli schizzi nel suo taccuino. Nasce così Echo, opera nella quale ritorna un tema frequente della sua produzione artistica: lo spazio invisibile che determina la visione di quello che è in piena vista. Tra presenza e assenza l’opera echeggia visivamente nel sito scelto.

«Col nostro passaggio l’opera diventa un lavoro performativo che si manifesta nel sito dove anche noi diventiamo una parte di quella realtà. Con ogni passaggio diventiamo delle particelle attive nella totalità dell’Echo, sovrapponendo i nostri passi a molti altri. In questo senso somiglia anche a un relitto navale o a un fossile che ha conservato il suo materiale naturale all’interno di strati multipli di tempo, di esistenza e di realtà. In questo modo ci sollecita a tenere presente l’immortalità della memoria e della natura ciclica del mondo». Hera Büyüktaşçıyan in Hera Büyüktaşçıyan: Echo, Gli Ori, Pistoia, 2016, p.37.

Opere dell’artista

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