COLLEZIONE GORI

Giulio Paolini

Giulio Paolini (Genova, 1940 – )

Oltre alla manutenzione e alla conservazione degli ambienti e delle opere, gestire gli spazi di Celle vuol dire anche riservare luoghi di qualità a quegli artisti che si spera eventualmente di coinvolgere. Così può succedere, in caso di forfait da parte dell’interessato, di poter allargare l’invito verso un altro artista di primo livello. 

Il vano dell’angolo sud-ovest della Villa è ancora disponibile quando, nel 1983, arriva Giulio Paolini. Egli sottoporre lo spazio a una decostruzione che si inserisce nel filone di quello che Renato Barilli ha denominato “un Neoclassicismo lacerato”. 

Per l’intervento l’artista realizza una sapiente analisi degli elementi della stanza, in particolare della porta rettangolare, che lo portano a tracciare linee di carboncino nero lungo le pareti cui si innestano foglie di alloro raccolte nel parco di Celle e ritagli di altre “foglie” da alcuni disegni su carta. È proprio la composizione di questi gesti che crea quel pendant a cui fa riferimento il titolo.

«La natura di questo artificio tende a una specie di obiettività paradossale perché introduce nel presente, nel momento in cui la percezione si attua, un’incompatibilità temporale: impone cioè un tipo di lettura circolare, anziché diretta, che sottrae alla visione il valore dell’evidenza. Ciò fino al momento della verità che, sempre, è estraneo a qualsiasi intenzione: resta la presenza pura (nel senso di sublime o di insignificante) di un’opera il cui destino è quello di accrescere l’infinita teoria di scoperte che animano l’imperscrutabile corso dell’arte». Giulio Paolini in Arte Ambientale. Fattoria di Celle, Collezione Gori, Gli Ori, Pistoia, 2008, p.297.

Opere dell’artista

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