Eliseo Mattiacci (Cagli, 1940 – Pesaro, 2019)
Nel 2000 Giuliano Gori invita Eliseo Mattiacci a tenere una mostra personale alla Cascina Terrarossa. Gli ex vani agricoli si riempiono di pezzi di ferro industriale e pesi, distribuiti sui pavimenti oppure tenuti in sospensione da calamite attaccate a pulegge sui soffitti più alti. Il respiro delle opere e l’impegno dell’artista per questo evento temporaneo, convincono il committente che Mattiacci debba lasciare una traccia duratura dell’esperienza e gli chiede di riassumere le sue idee in un’opera destinata a rimanere in permanenza.
Così, in autunno, Mattiacci si inserisce nell’ultima stanza disponibile nel corridoio del primo piano della fattoria. Per fortuna il vano coincide con l’angolo dell’edificio e così l’artista beneficia di due finestre su pareti adiacenti. Per valorizzare il mondo verde che traspare da queste aperture, l’artista sceglie di confinare l’area del suo intervento al solo pavimento. Qui ricrea una stanza della mostra distribuendo delle sfere di piombo in generosa quantità, tale da poter nascondere la pavimentazione in cotto. Su queste è adagiata una sfera in alluminio affiancata da due semisfere dello stesso materiale che sembrano sorgere dal cosmo dei piccoli pesi di piombo, così riassumendo quello che Mattiacci intitola La mia idea del cosmo.