COLLEZIONE GORI

Dimitri Prigov

Dimitri Prigov (Mosca, 1940 – Mosca, 2007)

Nel 1988 Giuliano Gori promuove la mostra Mosca terza Roma che porta 8 artisti dell’underground moscovita a esporre in Italia per la prima volta. L’esposizione è ospitata dalla Sala Uno a Roma nel mese di maggio, prima di trasferirsi a Celle nel giugno dello stesso anno in presenza degli artisti.

Dimitri Prigov si cimenta nel trasferimento della sua opera senza titolo sulla parete di una stanza al primo piano della fattoria. Allestisce con attenzione ogni foglio del giornale Pravda elaborato con colore e inchiostro delle penne Bic. All’inaugurazione della mostra Prigov tiene una lettura delle sue poesie, tradotte in italiano per l’occasione.

A distanza di un anno l’artista interpella Giuliano Gori chiedendo di poter intervenire nuovamente nella sua stanza in fattoria per presentare una serie di sculture, associate a delle scritte, e intervallate tra loro dalle cosiddette “tende del Tempio” utilizzate nel rito ortodosso. Durante questo secondo soggiorno Prigov lavora nella biblioteca di Villa Celle per scolpire il modello delle cinque figure identiche che verrà poi fuso in bronzo. Inoltre, con l’aiuto di alcuni operai, prepara e attacca alla parete i cinque pannelli in legno da abbinare alle icone in bronzo, contenenti le parole “Bestia, Bambino, Uomo, Eroe, Saggio”, ognuna rappresentante i cinque stadi dell’uomo secondo Nietzsche. 

«L’intento distruttivo dell’opera di Dimitri Prigov tende non tanto allo stile dello stato del millennio quanto alla sua ideologia: opera non attraverso lo stile ma attraverso la parola. Negli anni ’70, nella serie degli oggetti concettuali, Prigov, con inesauribile ironia omerica, ha manipolato la banalità dei nessi delle parole sovietiche e la fissità degli slogan ideologici, scoprendo la loro ultima assurdità logica ed il vuoto semantico». Viktor Misiano nel catalogo espositivo Mosca terza Roma, Sala Uno & Fattoria di Celle, Rome e Pistoia, 1989, np.

Opere dell’artista

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