COLLEZIONE GORI

Aiko Miyawaki

Aiko Miyawaki (Tokyo, 1929 – Yokohama, 2014)

Giuliano Gori scopre il lavoro di Aiko Miyawaki durante il periodo in cui ricopre il ruolo di consigliere del Comitato EPAD (L’Établissement public pour l’aménagement de la région de la Défense)per l’inserimento di opere d’arte pubbliche nella nuova zona della Grande Arche de la Défense a Parigi. Invitata a Celle, l’artista ha dichiarato di avere bisogno di un vasto campo aperto per porre i suoi esili cavi di acciaio inox direttamente a terra, su dei dischi costruiti per accoglierli. Questi disegni quasi trasparenti, fluttuano con le correnti d’aria e fanno parte della lunga ricerca condotta dall’artista con la serie utsurohi, termine che in giapponese denomina un tipo di vento marino e connota il concetto di cambiamento.

Miyawaki ritorna più volte a Celle, sempre accompagnata dal marito, l’architetto Arata Isozaki, che esegue perfino degli studi preliminari per uno spazio espositivo da realizzare a Celle. Nel 1999 la coppia di amici riceve a Tokyo la delegazione della Collezione Gori durante il primo allestimento di una mostra dedicata a Celle che, in un anno, viaggerà in cinque musei giapponesi.
«In un certo senso, Aiko Miyawaki utilizza i suoi cavi e il cielo in un modo che ricorda i gesti di Lucio Fontana ad aprire e lacerare le tele, come se lei tenta spaccare l’azzurro del cielo. I cavi in acciaio inossidabile, che si dipanano e oscillano nell’aria, comunicano un senso di libertà, di duttilità e di movimento in una linea che taglia la vastità dei cieli. Queste molteplici linee tracciano disegni inalterabili sul volto del cielo, mentre danno libero corso alla propria traiettoria». Geneviève Monnier, trad. del testo in L’art et la ville. Un desseinsur l’espace, Skira, Ginevra, 1990, p.137.

Opere dell’artista

Per altre info: