COLLEZIONE GORI

A.R. Penck e Frank Breidenbruch

A.R. Penck e Frank Breidenbruch (Dresda, 1939 – Zurigo, 2017; Wuppertal, 1963 – )

Nei primi anni ’90 Giuliano Gori incontra un “bravissimo artista tedesco esordiente” e si reca a una sua mostra a Colonnata. A sorpresa trovano le sculture in marmo e le pitture a tecnica mista del giovane Frank Breidenbruch a fianco di opere del maestro A. R. Penck, già presente all’interno della Collezione Gori. Tra il collezionista e i due artisti tedeschi inizia una conversazione sulla possibilità di creare un’opera a quattro mani per una collina agricola a Celle, raggiungibile da una strada secondaria. A differenza del parco storico dove bisogna passare da casa Gori, questo luogo, denominato per l’occasione “Campo sperimentale uno”, sarà usato come un atelier a cielo aperto dagli ospiti tedeschi che possono avvalersi dell’accesso indipendente. Vengono più volte a fare sopralluoghi dell’area e prove delle dimensioni degli elementi da inserire nel paesaggio.

Viene concordato che, per un periodo di tre anni, potranno lavorare nell’area per scolpire il terreno e gestire le forme e, a completamento del progetto, il committente deciderà se accettare l’opera per la collezione permanente oppure stabilire un nuovo periodo di tempo per lo smantellamento della stessa. Com’era prevedibile, questa drastica misura non diventa necessaria poiché, fin dal 1995, l’opera di Breidenbruch e Penck, già con la prima forma dell’ alto “cono” (che segna il centro spirituale del sito) circondato da tre elementi a forma di “corni rituali”, viene riconosciuta per le sue qualità ambientali ed entra a far parte della collezione all’aperto. Nel 1998 verranno aggiunti, in cima al prato, due elementi: il piccolo tondo in marmo di Carrara con la scritta palindromica che riproduce il quadrato del Sator e,a copertura di uno dei pozzi d’acqua presenti nel luogo, una in lastra di inox che riflette il cielo.
«Continuando l’estensione della superficie espositiva all’aperto, viene ora aggiunta una nuova grande fascia perimetrale di terreno a confine con la precedente area agricola, questa superficie è divisa in più parti, non collegabili visivamente l’una con l’altra, ed assegnata di volta in volta ad artisti liberi di utilizzarla con autonomia di progettazione. Lo scopo di questo processo è quello di responsabilizzare l’artista, sia nei confronti delle installazioni permanenti, sia nei confronti dell’ambiente. I lavori resteranno proprietà degli artisti che li hanno realizzati, con facoltà di ampliare o modificare il progetto fino alla scadenza del periodo stabilito, dopodiché potranno essere ritirati dai legittimi proprietari o acquisiti dalla Fattoria di Celle». Giuliano Gori nel suo testo per Frank Breidenbruch e A. R. Penck, Centro Spirituale, il depliant dell’inaugurazione tenuta nel giugno 1995.

Opere dell’artista